Schermi LED: l’innovazione diventa rivoluzione

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Nella storia del digital signage la tecnologia LED torna ad essere protagonista. Visibili sia in piena luce che di notte, i LED screen oggi sono utilizzati all’interno o all’esterno di qualsiasi ambiente e in qualsiasi settore. A cambiare non sono solo i formati. Dai primi LED DIP ai più recenti LED SMD, sono i LED COB ad accendere l’innovazione

Dalla fine degli anni ’90 ad oggi, sulle tecnologie LED (Light Emitting Diode) il mondo della ricerca ha fatto passi da gigante, continuando a sviluppare soluzioni sempre più performanti. Al punto da competere alla pari con le tecnologie LCD.

Che cos’è un LED e come funziona

Il LED è un dispositivo optoelettronico. Il principio di funzionamento è un miracolo della fisica: in pratica si sfrutta la capacità di alcuni materiali semiconduttori di produrre fotoni attraverso un fenomeno di emissione spontanea. Il LED, infatti, è costituito da un sistema a giunzione in cui due terminali costituiti da materiale semiconduttore (che costituiscono l’anodo e il catodo del sistema) vengono montati in modo da lasciare la cosiddetta lacuna, ovvero un interspazio vuoto. Attivando un flusso di corrente, anodo e catodo iniziano a lottare tra loro per conquistare lo spazio vuoto. È questa dinamica a liberare i fotoni. A seconda del tipo di semiconduttore utilizzato, l’emissione luminosa avrà una colorazione diversa.

DIP, SMD e COB: ecco le differenze

L’unità fondamentale di uno schermo LED, dunque, è una tripletta di diodi: uno che genera il colore rosso, uno che genera il colore verde e uno che genera il colore blu. Il numero di pixel presenti in uno schermo dipende dalla distanza tra un LED e l’altro. L’interasse (detto anche pixel pitch o passo), ovvero la distanza tra una tripletta di LED e l’altra, è dunque il differenziale da cui dipende la qualità della risoluzione di uno schermo: in proporzione, minore è la distanza, maggiore sarà la definizione visiva.

LED DIP (Direct In-line Package)

Sviluppati a partire dalla seconda metà degli anni ’90, i LED DIP possono essere considerati la tecnologia LED di prima generazione. Il modulo DIP viene assemblato utilizzando tre lampadine a LED (rosso, verde, blu), saldate alla basetta con due piedini, tramite un foro passante. Dopo l’assemblaggio, in genere viene utilizzato un composto al silicone che permette a ogni modulo di resistere agli agenti atmosferici. La luminosità garantita è molto buona anche se la risoluzione, soprattutto a distanza ravvicinata, non è elevatissima.

SMD (Surface Mounted Diode)

I LED SMD sono la tecnologia di seconda generazione. In un modulo SMD (che nel formato standard è un quadrato delle dimensioni di 1 mm x 1 mm), i tre colori delle lampadine a LED sono incapsulati in un’unica custodia sottile, saldata direttamente alla basetta. Non essendoci alcuna foratura, questi tipi di diodi hanno il vantaggio di poter essere posizionati più vicini, il che porta a una risoluzione più elevata degli schermi in termini di contrasto ed elevata lucentezza dei colori. Si possono avere schermi con un interasse da 0,9/1,2/1,5 mm che utilizzano SMD standard. Con i micro SMD, più costosi, l’interasse si riduce a 0,6 mm, garantendo una risoluzione maggiore. Considerato come un monitor LCD da 98” 4K abbia un interasse di 0,57 mm o che un full HD supera il mm, è evidente come i LED SMD stiano riconquistando un posto d’onore nell’universo del digital signage.

COB (Chip On Board)

I LED COB sono la tecnologia più rivoluzionaria. In questo caso i LED non vengono incapsulati, ma applicati direttamente su un dissipatore di calore. Invece di singoli rivestimenti al fosforo per ciascun diodo, dunque, si ha un unico grande rivestimento al fosforo che copre l’intero array per diffondere la luce in modo uniforme. Questo consente una ulteriore notevole riduzione delle dimensioni dell’interasse, che risulta praticamente invisibile ad occhio nudo. Attraverso l’elevata densità dei chip in un singolo array, i LED COB non solo garantiscono una migliore densità del flusso luminoso, ma offrono anche una qualità di luce superiore. Grazie a questa tecnologia, indipendentemente dal tipo di angolazione si guardi lo schermo, la visione rimane inalterata. Non solo: la modularità dei LED COB permette la creazione di forme e dimensioni non convenzionali che sarebbero impossibili da realizzare con altre tecnologie. Anche il cablaggio è molto più semplice perché richiede solo due contatti su ogni array COB.

Laura Zanotti, Giornalista e Technical Writer

 

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