In-store radio: contano anche i lavoratori

Sound Branding & Audio Solutions

Nel mese di gennaio 2019 una nota azienda retail di food & beverage ha voluto celebrare il compleanno del padre fondatore degli Stati Uniti d’America, Alexander Hamilton, dedicandogli un’intera playlist musicale con i brani del celebre musical di Broadway “Hamilton”.

L’intera rete di punti vendita ha suonato per tutta la giornata le registrazioni originali del musical ma anche i diversi remix delle stelle internazionali relativi ad Hamilton. Forse i clienti non si sono accorti ma i dipendenti sicuramente si, la playlist era troppo corta e si è ripetuta molte volte durante la giornata, aveva una durata massima di due ore e 16 minuti!

Oltre alla breve durata le canzoni erano ripetute in diverse versioni: due versioni di “It’s Quiet Uptown”, due versioni di “History Has Its Eyes on You” e ben quattro versioni di “Dear Theodosia”.
La catena retail in accordo con una società di streaming musicale ha in dotazione per ogni punto vendita un dispositivo che gli permette di riprodurre la stessa playlist e di gestire le diverse playlist precaricate in modo locale, ma in questo caso i dipendenti hanno riportato che la playlist giunta dalla sede centrale non era modificabile e, aggiungono, che questo succede circa una volta ogni due mesi.

Dare per poi togliere non è la scelta migliore e obbligare i lavoratori ad ascoltare la stessa canzone per ore o giorni lo è ancora meno. L’aiuto che può dare un provider musicale è questo. Non assicura di fornire le canzoni infinite come non si riduce a selezionare le stesse in diverse versioni, ma calibra e arricchisce una selezione musicale in modo da poter soddisfare il brand, il cliente e il lavoratore che deve passare un’intera giornata sul posto di lavoro.

 

Alessio Gonzati, M-Cube